mercoledì 11 marzo 2015

Il Coroncino Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC 2012 di Fattoria Coroncino,

Verso la fine di un periodo critico e buio che mi ha tenuto un po’ lontano da questo blog mi
i è venuta voglia di infrangere la mia personale austerity enogastronomica, concedendomi una bella boccia da bere. Ovviamente nel frattempo ho degustato assaggiato e commentato, ma una bevuta per il piacere di farla non me la ero concessa. Cosa sceglie un enostrippato per il neo battesimo?
Niente di più semplice che un Verdicchio base. Semplice si, ma troppo, se andiamo, come ho fatto io, a scegliere una bottiglia di Lucio Canestrari, fautore sovversivo della Fattoria Coroncino. La bottiglia in questione è Il Coroncino Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC 2012 di Fattoria Coroncino, recuperata in un divertentissimo quanto freddo pomeriggio di fine agosto 2014 in compagnia dell’amico Andrea Marchetti di Intravino.
Coroncino e Lucio non hanno certo bisogno di questo blog per far parlare di se, per cuoi mi  soffermo solo sul fatto di come un un romano, trapiantato nello jesino abbia talmente creduto nell’autoctinicità del verdicchio da diventare un cavallo da tiro di un movimento, coniando al tempo stesso la sua famosa massima: “Ndo arivo metto ‘n segno”. Che non è una frase megalomane ma va intesa “io arrivo dove arrivo…”.
Il territorio è Staffolo, primo cocuzzolo degli appennini sopra Jesi che domina l’Adriatico , terra vocatissima per dar luce a dei signori verdicchi coltivato nel rispetto più assoluto dell’equilibrio uomo terra.
La bottiglia è la classicissima bordolese sormontata da un’etichetta multicolor di stile futurista   con il logo aziendale rosso e un alternarsi di grappoli d’uva bianca e nera  a fasciare.
Appena versato mostra un colore giallo paglierino pieno e carico con riflessi leggermente dorati, basta accostare il naso per essere invasi da profumi freschi ed estivi. Note di ginestra, biancospino ed un po’ di finocchietto immediate lasciano il posto al frutto con l’aumentare della temperatura pesca col pelo, susina ananas per chiudere con la vena quasi gessosa del minerale con scia di rosmarino in fiore.
In bocca entra dritto e preciso, franco, quasi crudo, con un sensazione tutto sommato morbida, probabilmente dovuta all’annata calda che ha tolto un poco di acidità ma portando il vino in un empirico equilibrio tra l’acidità, per l’appunto, e la grande sapidità ovviamente lasciata dalla vicinanza dell’Adriatico. Questa sapidità risalta ancor di più nel lungo finale persistente, dove c’è un ritorno del frutto, stavolta secco che mi riconduce alla nocciola e alla mandorla. Corpo e struttura di tutto rispetto sostengono a meraviglia la parte consistente d’alcool (14%) che contribuisce così anch’essa a tenere in equilibrio il vino. La cosa che mi piace di più di questo vino è la sua schiettezza, il suo essere senza fronzoli e senza “pippe” come diciamo qua a Bologna. Accosti il naso ed immediatamente sei catapultato in piena estate, tra sole e mare, infradito e tanga. Sorseggi il calice e la mente va fluttuando in positività, come solo i piaceri sanno dare. Calice non impegnativo ma assolutamente mai banale e che sorso dopo sorso e non lascia spazio ai compromessi. Ndo arivo metto ‘n segno.
Consiglio di degustare questo Coroncino 2012 in calici a tulipano di media grandezza, ad una temperatura si fresca, ma non fredda.
Come abbinamento c’è solo l’imbarazzo della scelta, se ci concediamo un intero pasto a base di pesce, questo calice può essere tranquillamente un perfetto compagno dall’inizio alla fine. Io sinceramente avevo voglia di bere bene, non avevo voglia di trafficare ai fornelli per cui c’ho abbinato a dei semplici bastoncini di merluzzo al forno, abbinamento che oscilla tra il sacro 8del vino) ed il profano (dei bastoncini) passando dal Diavolo (sempre dei bastoncini) all’acqua santa, (sempre del vino).
Sul calice del giorno dopo non posso scendere in tecnicismi, non me ne è rimasto!

Vino perfetto per essere consumato nel pranzo domenicale in famiglia, ricordando che l’abbinamento migliore rimane quello di condividerne un calice o due con la, le persone amate!

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