Qualche tempo fa, ho partecipato ad una serata fantastica organizzata
da Marco Panichi un amico che ha la fortuna di lavorare nelle sue passioni, il
vino e il cibo. La serata era una verticale di un signor vino, il 16 Anime di
Vigne dei Boschi e si è svolta in uno dei migliori ristoranti di Bologna, il
Cambio divinamente condotto dalla sapienza e maestria di Chef Massimiliano
Poggi.
La verticale invece era incentrata come dicevamo sul
riesling un vitigno né tipico ne autoctono, ne della Romagna, né dell’Appenino,
tanto meno di Brisighella. Quella di Vigne dei Boschi è frutto di una selezione
di cloni fatta quando ancora non c'era l’idea di riesling di Brisighella di
Paolo, se non quella di preferenza verso le espressioni senza residuo
zuccherino tipo austriache e Wachau in quanto più capaci di far leggere il
territorio
La verticale organizzata da Panichi è stata molto esaustiva
in quanto sono stati assaggiati tutti i millesimi prodotti.
Il 16 Anime è un riesling in purezza, della zona di Brisighella,
terreno franco calcareo e marmoso della Vigna del Pozzo impiantato nel 1998 ed esce come Ravenna Bianco IGT.
Fermenta in acciaio per quasi un mese, per poi passare in vasca, sempre
d’acciaio per un altro anno, alcune volte anche due anni. Ricordo inoltre che
l’azienda condotta in biodinamica è stata indirizzata sul biologico qualcosa
come venti (non è un refuso, ndr) anni fa ed ora in completa “naturalità” sia
in vigna che in cantina per produrre vini il più salubri possibile.
La verticale è stata condotta in prima persona da Paolo che
ci ha raccontato l’andamento dell’annata e tecniche di vinificazione, che anno
dopo anno cambiavano subendo gli aggiustamenti necessari soprattutto per crescita
personale .
Siamo partiti, come anche io preferisco, dall’annata più
vecchia per poi ringiovanirsi anno per anno.
Il primo assaggio è stato il 2004 che corrispondeva anche con la prima annata prodotta. E’ un 16
anime particolare, l’unico prodotto con l’uso del legno, il tonneau, che
effettivamente ha portato ad avere dei terziari importanti, soprattutto spezie
dolci e frutta matura. Evidenti anche alcune note terrose, mentre in bocca è
esuberante e scattante, morbido e dal finale troncato da un importante residuo
zuccherino.
Il 2005 è invece
molto intenso con note leggermente saponate. Da questo millesimo Paola
abbandona la barrique e il vino acquista snellezza che dona bevibilità,
freschezza e sapidità.
Il 2006 non è
stato prodotto, per la violenta grandinata di fine luglio che ha defogliato
quasi tutte le piante. Passiamo quindi al 2007,
dove si iniziano ad avvertire le note da tipiche dell’idrocarburo. Grande
acidità e una lunghissima persistenza, figlio anche di una buona annata.
Il 2008 è sul
podio dei miei assaggi, la vendemmia ritardata ha dato uve bellissime e perfette,
nasce così un riesling con la R maiuscola, intenso e persistente nel suo
attacco fruttato e minerale, in bocca è avvolgente e sprigiona ancor oggi una
grandissima acidità.
Col 2009 si
scende leggermente, è si fresco, ma più sfuggente, sapidità minerale accennata
e freschezza mitigata lo rendono più
facile da bere pur mantenendo carattere.
Passando al 2010
si torna sul podio. Anche in questo caso la vendemmia tardiva, forse la più
tarda degli ultimi anni. Naso fruttato e floreale molto intenso, non troppo
persistente. In bocca è ampio, quasi grasso ma scorre che è un piacere con un
finale spiralato di sensazioni sapide.
Il 2011 in piena
fase giovanile evidenzia una iper freschezza accentuata da un naso agrumato
quasi acerbo. In bocca è verticale, molto intenso seppur con un corpo ancor
snello e scattante.
Sulla stessa lunghezza d’onda il 2012 che però risulta più pronto ed appagante tanto da risalire sul
mio personale podio. Naso citrino da gioventù qualche accenno da idrocarburo lo
tipicizzano. Beva assoluta, quasi tagliente e anche qua corpo snello ovviamente
scattante. Anche questa annata è stata abbastanza calda, tanto da anticipare la
vendemmia a metà settembre, per via del perfetto equilibrio acidico.
Insomma una grandissima verticale che mi ha permesso di
farmi una bella ed interessante panoramica di un vino che ormai è nel mio limbo
e nella mia cantina.
Dimenticavo, cosa non erano le cozze di Cattolica preparate
da Max, le sogno ancor oggi!!!